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La via di mezzo: accogli e lascia andare

Lettere nella newsletter della Compagni dei cammini Gennaio 2020

La via di mezzo: accogli e lascia andare

Ognuno con il suo proprio bagaglio ha da scegliere dove indirizzare il prossimo passo e che direzione seguire: con volontà, progettualità e fede-fiducia, ha da ricongiungersi con la migliore versione di se stessi. È ora di agire lasciando andare le scuse e le varie assuefazioni della paura dietro le quali siamo addestrati a nasconderci e… continuare nel viaggio.

Vivere e camminare nell’inconsapevolezza significa cadere nell’illusione, nella trappola della dualità e della separazione; vuol dire perdersi nella miseria, nel populismo becero, vuol dire perdere il miracolo e il contatto con la terra e il potere dell’amore.
Il viaggio attento e rispettoso, al contrario, può essere fonte di ispirazione e di accettazione: una vita vissuta con consapevolezza di se stessi e dello spazio in cui ci muoviamo, ci permette di osservare in profondità, di realizzare la realtà dell’unità. Noi siamo anche il sole che ci scalda, l’acqua e il frutto che ci nutre, l’albero che ci ossigena e gli incontri che formano il nostro pensiero.

Il cammino notoriamente è una tra le metafore più adatte per parlare della vita: c’è sforzo e perdita, c’è processo e speranza, c’è un inizio e una fine di un senza inizio e di un senza fine. Il cammino porta a sperimentare tutti quei momenti in cui sentiamo la stanchezza, la paura e la tristezza, dove si ha la percezione che tutto vada storto e che l’esistenza agisca contro di noi: i cosiddetti momenti negativi.
Al contempo viviamo altri momenti che definiamo positivi, dove c’è lucidità, determinazione, dove tutto sembra andare verso la realizzazione del nostro intento personale, dove c’è creatività e leggerezza. Distinguere queste due fasi, come favorevole e sfavorevole, induce a farci scivolare nell’illusione.
Per me il senso del viaggio è quello di accogliere e lasciar andare il significato della loro oscillazione, che è percorso stesso. Ricevere questa alternanza come un dono e unirla in un unico moto non è forse paragonabile al deambulare delle nostre gambe? Un vuoto e un pieno che generano il movimento. Riconoscere che il down non è proprio così malsano e malinconico, ma che apporta in sé tutta la magia dell’avventura e della risoluzione e che il momento up, non è poi così completo. Percepire i due momenti come un unico processo offre la possibilità di non identificarci troppo in quest’alternanza funzionale. La presenza ci porta inoltre in dote il dono della concentrazione, forza imprescindibile per la poesia, per la realizzazione. La consapevolezza è il potere più prezioso a nostra disposizione, usiamolo e non facciamoci usare.

2020: l’augurio è quello di iniziare il nuovo anno di cammini con questa cura, seguire la via del sentire e della conoscenza, la via dell’inclusione, della visione non duale, la via dell’etica e dell’accoglienza. Cogliere e accogliere le gioie e le difficoltà che si porranno davanti, come guerrieri, come stimoli.

Basta lamentele, ma gratitudine.

Buon cammino nella via di mezzo, buon cammino con la Compagnia dei Cammini.

Nico Di Paolo

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